In Italia la specie è nidificante e si ritrova fra Maggio e Settembre su tutto il territorio nazionale, ad esclusione dei rilievi montuosi più elevati e della Pianura Padana. La specie sverna prevalentemente in Africa, solo occasionalmente in area mediterranea.

Il Succiacapre si rinviene soprattutto in ambienti aperti con scarsa vegetazione arborea ed arbustiva; questi possono essere coltivi,  prati, incolti, e aree percorse da incendi. Spesso s’incontra anche nelle strade sterrate e nei boschi di pianura. Ha una preferenza netta per le aree di pianura e basso­collinari poste fino a 500 m s.l.m.

Il termine Caprimulgus significherebbe “mungere le capre” in latino. Esso deriva da una antica credenza secondo la quale questo uccello cerca di succhiare il latte delle capre. Tutto nasce dal fatto che frequenta le greggi per catturare gli insetti che li accompagnano.

E’ un uccello strano, sia per la forma che per il comportamento. Il corpo è snello con forme arrotondate; le ali e la coda sono lunghe (di forma appuntita le prime e squadrata la seconda), la testa larga e appiattita con occhi grandi. La bocca è ampia e profonda, adatta a catturare insetti in volo.

Le zampe e i piedi appaiono corti e sottili; vi sono tre dita frontali e uno posteriore. L’unghia del dito medio ha una particolare forma a pettine; sembra che questa venga utilizzata per pulire o pettinare le vibrisse.

Il Succiacapre ha una livrea criptica che lo camuffa nel suolo; per il suo perfetto mimetismo appare come un pezzo di legno.

Le tonalità di colore possono essere marroni, rosse, crema, grigie e nere. I maschi hanno delle tipiche macchie bianche sulla porzione distale delle ali e della coda.

La riproduzione avviene tra maggio e agosto ed è influenzata dal ciclo lunare. Il nido viene costruito al suolo in mezzo alla vegetazione arbustiva o in boschi radi di querce e pini. Nelle zone più favorevoli si possono formare delle “colonie” di 3-4 coppie.

Il Succiacapre ha abitudini essenzialmente crepuscolari e notturne. Usa alberi isolati di media altezza per il riposo diurno e per i voli di caccia e corteggiamento ma può anche trascorrere molte ore del giorno a terra.

Una caratteristica peculiare di questo uccello è il canto territoriale; si tratta di un trillo continuo e prolungato, anche per decine di minuti, che risulta molto più simile a quello di grilli e cicale. Anche il volo è unico e inconfondibile; pare dondolarsi da una parte all’altra dando l’impressione di poca stabilità, cambiando spesso direzione. In volo emette anche uno schiocco molto caratteristico.

Le popolazioni di questo uccello sono in lento ma generalizzato declino a causa soprattutto dell’uso dei pesticidi, del traffico veicolare, del disturbo nei siti riproduttivi e la perdita degli habitat idonei.

Il Succiacapre è inserito nell’allegato I della Direttiva Europea 2009/147/CE