E’ un pipistrello di piccola taglia, con orecchie corte e poco appuntite; il pelo è di colore bruno rossastro sul dorso e più chiaro ventralmente. Il nome deriva dalla banda biancastra nel margine posteriore dell’ala.

Il pipistrello albolimbato ha un volo agile, veloce e una grande manovrabilità in spazi ridotti.

La specie è antropofila ovvero  legata ai centri abitati. Come rifugi, sia estivi che invernali, sceglie spesso cavità nelle costruzioni (cantine, cassettoni, fessure nei muri),  cavità negli alberi o nei pali cavi di cemento. Si trova anche in zone agricole e vicino a corpi d’acqua; difficilmente occupa aree forestali molto estese.

Il Pipistrello albolimbato predilige le zone di bassa e media altitudine; normalmente non va oltre i 1000 m di altitudine.

L’ibernazione inizia in novembre e termina in marzo-aprile. Durante il letargo si possono osservare delle interruzioni durante le quali gli animali volano all’aperto.

Gli accoppiamenti avvengono fra agosto e ottobre. Questo pipistrello normalmente forma colonie riproduttive di pochi esemplari (intorno a 20), composte essenzialmente da femmine. Le nursery hanno la peculiarità di essere quasi perfettamente silenziose, anche se vi sono i piccoli.

Le nascite avvengono fra maggio e luglio; i parti gemellari sono molto frequenti. I piccoli si rendono indipendenti dopo due mesi.

Le prede sono generalmente insetti volanti di vario tipo che vengono catturate sotto ai lampioni, nei giardini, presso le chiome degli alberi o sopra la superficie dell’acqua. Le catture avvengono, di norma, non oltre i 5 m di quota.

La specie risente molto della perdita di rifugi, dovuto alle tecniche di costruzione e restauro che tendono ad eliminare i potenziali rifugi negli edifici. Un altro fattore di rischio è il disturbo diretto arrecato alle colonie per ingiustificate paure e superstizioni

La specie è inserita nell’Allegato IV della Direttiva Habitat 92/43/CEE.