E’ un albero che può crescere fino a 30 metri. Ha un fusto diritto con corteccia liscia e di colore grigiastro nelle fasi giovanili che diventa più scura e fessurata longitudinalmente con l’avanzare dell’età. In alcuni esemplari la corteccia si presenta, sia sul tronco sia sui rametti, molto spessa e suberosa.

L’olmo campestre è una pianta molto plastica, vigorosa e longeva che può vivere anche centinaia di anni. Negli esemplari adulti la chioma è ampia con rami ascendenti e slanciati. Con l'età i rametti terminali diventano penduli.

Le foglie sono alterne, di forma ovale e tipicamente asimmetriche alla base; la lamina di un lato della foglia si attacca più in basso sul picciolo rispetto a quella dell'altro lato. Il margine è doppiamente dentato ed il picciolo peloso. La pagina superiore è verde-scuro mentre la pagina inferiore è più chiara e pelosa. Sono lunghe 4-8 cm e larghe 3-4 cm.

I fiori sono ermafroditi e numerosi, riuniti in fascetti di colore rosso-porpora. Questi nascono prima delle foglie, a cavallo fra l’inverno e la primavera (febbraio-marzo) e sono privi di nettare. Per questo fatto i fiori non sono attrattivi verso gli insetti pronubi e l'impollinazione è quindi prettamente anemofila.

Il frutto è una “samara” alata di 15-20 mm, peduncolata, ovale e verdegiallastra. La maturazione delle samare avviene a maggio e la loro produzione è quasi sempre abbondante.

La specie preferisce gli ambienti luminosi e soleggiati e vegeta in terreni profondi, freschi ed umidi. Si adatta anche ai suoli argillosi e calcarei.

All’inizio nelle radici domina il fittone centrale e poi, con il passare degli anni, diventano robuste anche le radici laterali. La pianta può emettere numerosi polloni radicali e, se ceduato, ricaccia vigorosamente dalla ceppaia.

L’olmo campestre è diffuso in tutta la penisola; allo stato spontaneo lo possiamo trovare nei boschi xerofili a Roverella ed è una delle specie che compongono i boschi planiziari in aree umide. Può vivere dalla pianura fino a 1000 metri di altitudine.

Nelle campagne è sempre stato utilizzato per realizzare siepi; nelle città viene piantato a fini ornamentali in quanto sopporta bene sia la potatura sia l’inquinamento stradale.

Il suo legno è sempre stato pregiato, in quanto facile da lavorare ma tenace e durevole. Viene impiegato in marineria e nell’ebanisteria fine.

A partire dagli anni 50 gran parte degli olmi italiani sono stati colpiti da una grave malattia, la 'Grafiosi”. L’agente patogeno è un fungo (Ophiòstoma ulmi) trasmesso da insetti scolitidi i quali scavano delle brevi gallerie nella pianta per il loro nutrimento. Il patogeno colonizza l'olmo grazie al flusso linfatico e sviluppa le sue ife nei vasi fino ad ostruirli, provocando il disseccamento della pianta.

Caratteristico della malattia è il disseccamento degli olmi in piena stagione vegetativa i quali hanno foglie secche persistenti e rametti che si ripiegano ad uncino.