Le farfalle rappresentano una delle più splendide manifestazioni della natura; appartengono all’ordine dei lepidotteri, nome che significa letteralmente 'ali a squame'.

I lepidotteri possono essere divisi in diurni e notturni; quest’ultimi sono noti come “falene”. I due gruppi, oltre alle diverse abitudini, si differenziano per la forma delle antenne e il modo in cui ripiegano le ali quando sono posate. Le antenne sono a clava nelle specie diurne e a pettine o filiformi in quelle notturne. Le farfalle diurne chiudono le ali in verticale mentre le falene le tengono piatte sul dorso.

Le farfalle hanno il corpo diviso in tre porzioni distinte: il capo, il torace e l’addome. L’addome contiene parte del tubo digerente e gli apparati genitali interni ed esterni.  Sulla testa vi sono le antenne e gli occhi. Le antenne percepiscono sia stimoli tattili che chimici e consentono alla farfalla di esplorare il mondo esterno e di mettersi in relazione con esso. Nelle farfalle la vista è molto sviluppata; gli occhi sono composti, costituiti da centinaia (talvolta migliaia) di piccole lenti dette ommatidi. La bocca, detta spiritromba, permette di aspirare il nettare all’interno dei fiori e i sali dal terreno come se fosse una cannuccia.

Sul torace vi sono tre paia di zampe e due paia di ali. Le ali sono flessibili, plastiche e vistose per i colori, i disegni e le forme. Sono coperte da squame disposte come le tegole di un tetto; la loro combinazione produce il disegno e la colorazione complessiva dell’ala. I colori possono derivare da sostanze presenti nelle singole squame oppure da fenomeni fisici legati all’interazione della luce con le ali. Cambiando l’angolo di visione, la percezione del colore e la sua intensità può cambiare.

Il ciclo biologico di una farfalla avviene in in 4 stadi: uovo, larva, pupa (chiamata anche crisalide) e adulto. L’uovo ha un rivestimento spesso di consistenza coriacea (detto corion) che gli garantisce una certa protezione; presenta diversi tipi di forme e colori a seconda della specie.  Le uova sono deposte sulla pianta nutrice in un numero che può andare da qualche dozzina a qualche centinaio.

Dall’uovo schiude una piccola larva dalla forma cilindrica (più comunemente nota come bruco). Questa ha un capo, un torace e un addome. Nel torace sono distinguibili tre paia di zampe. Durante la propria esistenza la larva va incontro ad una serie di mute che sono indispensabili per la crescita. Essa è racchiusa entro l’esoscheletro che deve essere periodicamente cambiato per consentire alla larva di accrescersi.

Dopo l’ultima muta il bruco si trasforma in crisalide. Questa trasformazione avviene in un luogo riparato e protetto in quanto la crisalide è totalmente priva di mobilità ed è pertanto esposta agli attacchi dei predatori. La trasformazione può avvenire sottoterra o dentro un bozzolo fatto di seta che il bruco produce da speciali ghiandole poste sul capo.

Dentro la crisalide avviene la metamorfosi che porta alla formazione della farfalla. Quest’ultima, una volta che si è formata, rompe l’involucro della crisalide e s’invola.

I lepidotteri, in tutte le fasi della loro vita, possono avere varie armi con cui difendersi dai predatori; i più comuni sono spine, tubercoli e peli urticanti oltre che sostanze tossiche prodotte all’interno o assorbite con l’alimentazione dalle piante. In quest’ultimo caso larve e adulti informano i possibili predatori della loro pericolosità con colori detti aposematici (ovvero ammonitori). Bruchi e crisalidi possono poi mimetizzarsi assumendo i colori e la forma di foglie o rametti e alcune specie presentano disegni che agiscono da deterrente simulando gli occhi di un grosso animale.

Le farfalle sono presenti ovunque, dal livello del mare fino alle cime più elevate. In Italia la maggioranza delle specie è legata agli ambienti aperti mentre solo alcune specie sono strettamente forestali. La loro distribuzione è regolata dalla presenza delle piante nutrici dei bruchi; questi, infatti, possono essere legati anche ad una sola essenza vegetale.

I lepidotteri si possono spostare anche di alcuni chilometri rispetto al punto da cui emergono dalla crisalide; il loro grado di mobilità viene anche indicato come “vagilità”.

Le farfalle a volte si raggruppano in decine o centinaia di esemplari su una determinata pianta o al suolo. In molti casi tali raggruppamenti hanno una ragione alimentare; una risorsa concentrata di nettare o sali minerali  attira molti individui. In altri casi le farfalle si raggruppano per trascorrere la notte assieme, come si verifica in diverse specie di uccelli.

Le farfalle possono anche essere territoriali al fine di difendere le risorse alimentari o, nei maschi, per aumentare le possibilità di accoppiamento con le femmine.

La principale minaccia per le farfalle è la perdita di habitat dovuta ai cambiamenti delle pratiche agronomiche, alla riforestazione e all’urbanizzazione; a tutto questo si aggiunge l’inquinamento. Questi insetti sono considerati degli ottimi bioindicatori.

Le farfalle sono sempre state un simbolo di grazia e bellezza. Hanno assunto anche significati religiosi: la farfalla che esce dalla crisalide e s’invola è l’immagine vivente della rinascita ed immortalità dello spirito. Nella cultura occidentale il mito più famoso, in questo senso, è quello di Psyche, elaborato nell’antica Grecia e reso noto anche al mondo romano e a quello paleocristiano.

L’immagine della farfalla-anima è presente in molte culture nelle quali la farfalla viene vista come la personificazione delle anime dei defunti che tornano con diversa sembianza a visitare i loro cari.

Nell’era vittoriana le farfalle diventano poi lo spunto per immaginare le fate alate; queste abbonderanno nei quadri  e nei libri per bambini.

Le zone collinari, come quelle che circondano Capolona, presentano ancora habitat con numeri considerevoli di specie ed individui. Questo perché vi è scarsa densità demografica e persistono attività agricole tradizionali.