Il cerro presenta un fusto colonnare ed una chioma densa e globosa. E’ una specie a lento accrescimento e può arrivare a 30 metri di altezza. Come le altre querce è longevo e supera i 200 anni di età.

La corteccia è grigia e liscia negli esemplari giovani e diviene bruno scuro negli individui adulti, sviluppando delle tipiche fessurazioni longitudinali che mostrano il sottostante tessuto suberoso rossastro.

Le foglie sono alterne, brevemente picciolate, di consistenza coriacea e forma oblunga; hanno un contorno con 7-8 paia di lobi disuguali. In quelle giovani la pagina inferiore appare pubescente.

Il cerro è una specie monoica con fiori unisessuali; la fioritura avviene in aprile-maggio. I fiori maschili sono riuniti in amenti cilindrici penduli, mentre quelli femminili sono singoli riuniti in gruppi e brevemente peduncolati.

Come in tutte le querce il frutto è una ghianda, di forma ovato-allungata (lungo 2,5 cm), ricoperto per metà da una cupola emisferica. Questa presenta squame filiformi, lunghe ed arricciate. La ghianda matura nel secondo anno in ottobre-novembre.

In Italia è distribuito in gran parte del territorio nazionale e forma boschi puri o misti con altre specie. Si trova dalle aree collinari fino a 800 metri di altitudine. Cresce di preferenza su terreni profondi e argillosi; non risulta particolarmente esigente dal punto di vista ecologico.

Tradizionalmente il legno viene usato, oltre che come combustibile, per produrre traverse ferroviarie e doghe delle botti.

Gli alberi di cerro possono diventare maestosi ed imponenti. Nel passato, per molti popoli, questi alberi rappresentato la raffigurazione dell’asse del mondo; collegavano la dimora degli Dei (grazie alla chioma), quella dei viventi (grazie al tronco) e quella dei morti (con le radici).