Il borgo

Il borgo di Sietina è costituito dalla Pieve, dedicata a Santa Maria Maddalena, da una villa padronale nata sulla ex canonica, da un annesso della villa, e, da altre due abitazioni di foggia medievale. Tale sistemazione caratterizza il piccolo insediamento rurale da secoli, conferendo al luogo un’aria antica e sospesa nel tempo. I

Il Parco della rimembranza

Il piccolo prato antistante la chiesa, attualmente destinato a Parco della Rimembranza in memoria dei caduti della Grande Guerra che vivevano a Sietina e nel territorio circostante, è cinto da un muro in pietra, funge da vialetto di accesso alla chiesa e conserva le lapidi commemorative dei defunti. Alla Pieve, un tempo luogo di sepolture, oggi è affidato il compito di ricordare il sacrificio delle loro vite e custodirne la memoria.

 

La Pieve

La chiesa di Sietina viene ritenuta da Mario Salmi “un raro edificio sorto tra il IX e il X secolo”. Alcuni studiosi ipotizzano l’esistenza di una pieve più antica, forse paleocristiana, andata distrutta e sulle cui rovine sarebbe stata edificata la pieve attuale. Mancano però a supporto di questa teoria, documenti e un’indagine archeologica del sito.

La facciata della chiesa appare intonacata e reca evidenti segni di restauri subiti nel tempo come il portale d’ingresso addossato ad una porta preesistente, sicuramente commissionato dagli stessi Bacci, che racchiude lo stemma della famiglia. La chiesa è orientata, ha pianta basilicale a tre navate ed è triabsidata. La zona dell’altare maggiore è rialzata di due gradini ed è delimitata da una deliziosa balaustra lignea policroma alle cui estremità, sembrerebbe essere raffigurato lo stemma della famiglia Farsetti, a cui apparteneva Andrea Farsetti, pievano nella chiesa di Sietina dal 1698 al 1729.

Gli affreschi presenti nella pieve sono stati restaurati, a cura della Soprintendenza di Arezzo (Soprintendenza ai Beni APPSAD), nel corso degli anni 1998 e 1999. Buona parte dei dipinti rimasti è ben conservata e di rara intensità, tale da catturare all’istante l’attenzione di chi varca l’ingresso della pieve. Altri affreschi, più rovinati, decisamente meno leggibili, sono comunque ravvisabili nel catino dell’abside destra. Nel sottarco posto all’immediata destra dell’altare centrale, è possibile riconoscere una sinopia. Nel disegno preparatorio dell’affresco, che si intravede a malapena, affiorano le immagini di una flagellazione. Le pitture, di origine votiva, sono ascrivibili a periodi diversi. Al ciclo trecentesco, attribuito al cosiddetto Maestro di Pieve a Sietina, appartiene una serie di affreschi che corre lungo le pareti della navata centrale.

Partendo dalla destra del presbiterio a seguire verso l’ingresso della pieve, possiamo individuare un primo affresco con Quattro Santi, tra i quali si riconoscono Pietro, Lorenzo e Stefano, un secondo, nell’ultimo pilastro della navata centrale, con San Benedetto ed infine, un terzo affresco, nel pilastro seguente, con San Biagio vescovo. Sul lato sinistro, nell’ultimo pilastro, appare un San Cristoforo col bambino sulle spalle. Procedendo verso la porta della chiesa, incontriamo una Maddalena nel deserto che riceve l’eucarestia dall’angelo e, nel pilastro seguente, una Santa Caterina d’Alessandria.

Altri affreschi del Maestro di Pieve a Sietina, collocati nel sottarco tra i due pilastri, sono “La Madonna in trono col bambino e le Sante Caterina e Maddalena oranti” e una Trinità, costituita da un corpo con tre teste diverse. Posteriore agli affreschi trecenteschi, databile ai primi del Quattrocento, è il trittico murale spinelliano con Sant’Antonio Abate, Madonna col bambino in trono e Martirio di Sant’Agata, posto al di sopra della terza arcata destra.