II versante Sud-Ovest del territorio comunale, dove ebbe origine l'Abbazia di Campoleone, è forse il più ricco di ricordi e di avvenimenti storici. Qui Romani e Longobardi, più che altrove, s'insediarono sulle ubertose colli­ne; qui sorsero le antiche Pievi di S. Giovanni e di Sietina.

II castello più prossimo a Campoleone oggi e chiamato Castelluc­cio. Arroccato sopra un'altura, dirimpetto alla celebre abbazia, e separato da questa da un torrente, sorse al limite settentrionale della palude. Fra i suoi ruderi, riferibili ai sec. XI e XII, si notano sul lato Est gli stipiti di un portale e un breve tratto di mura: “la portaccia”; sul fianco di ponente una cascata di edifici, in parte dall'aspetto medievale, formano l'abitato.

La tradizione fa derivare l'origine del nome dal console Lucio Metello, già governatore di Arezzo; quindi castello di Lucio e per corruzione Castelluccio. La stessa tradizione vuole che Campoluci, abitato posto difronte a Castelluccio corrisponda a Campo di Lucio, dove il console morì.

La sua chiesa, situata in alto di rimpetto al castello, è dedicata a San Michele Arcangelo. Conosciuta nel Trecento con il nome di Sant'Angelo in Fabriciano, venne unita nel 1770 alla pieve di Santa Maria Maddalena a Sietina. Venne ricostruita completamente nella seconda metà dell'Ottocento. Sul fianco destro si erge la torre campanaria con orologio che sostituisce un più antico campanile a vela.
L'interno ad una navata, conserva un gruppo ligneo raffigurante la Madonna col il Bambino, ridipinta pesantemente e forse proveniente dalla vicina abbazia di Capolona. La scultura è circondata da una serie di 15 formelle dipinte con i Misteri del Rosario di ambito vasariano della seconda metà del Cinquecento.